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Il nome
e la storia

Le nostre radici

Elex è un nome di fantasia.
Una parola nuova che esprime in forma più moderna e immediata il concetto di “electronics” (elettronica).

Elex nasce dalla contrazione tra il vocabolo inglese El(ectronics) e altri lemmi di lingua anglosassone nel cui significato positivo si ritrovano alcuni punti qualificanti della nostra missione aziendale. Tra i termini più significativi che intende mettere in evidenza la seconda parte del nome (ex) vi sono excellence (eccellenza), exclusive (esclusività delle soluzioni), experience (know how), expertise (competenza), extra ecc.

Nella mitologia, Elex (Elle o Hellen) è la figlia di Athamante. Per sottrarsi alle ire della matrigna Yno, è costretta a fuggire con il fratello Frixo verso l’isola di Colcos. Mentre attraversano il mare su un ariete dal vello d’oro Elex cade e muore nelle acque alle quali viene dato il nome di Ellesponto.

La «lunga e bella novella» di Hellen e Phrixon è citata anche da Ovidio nell’Ars amatoria (L’arte d’amare), pubblicata nell’1-2 d.C. «… questa ha il tuo colore, / di te, che a quanto dicono strappasti / ed Elle e Frisso dalle insidie d’Ino» (3, 175).
Elex, tuttavia, è una volgarizzazione del nome iniziale da parte di un anonimo che, nel 1313, scrive un commento a L’Arte d’amare di Ovidio. «Frixo ed Elex fuoro fratello e serocchia, figliuoli d’Athamante. Costoro, temendo Ino, loro matrigna, pregarono l’idii che de le mani di colei li traesse; a’ quali apparve un montone d’oro….».

“Elex, -icis”, infine, è un termine tardo latino derivante dal classico “ilex, ilicis”, leccio, elce. Il leccio è un albero sempreverde delle fagacee (Quercus ilex), simile alla quercia, tipico della macchia mediterranea. Ha un fusto a corteccia liscia, foglie cuoiose, fiori maschili in lunghi amenti, fiori femminili in spighe, frutti a ghiande. Il suo legno, particolarmente compatto, è usato per lavori di carpenteria. Dicesi di persona particolarmente robusta; in veneto: El ze forte come un elese.

Il logo di una azienda o di un ente è il simbolo della sua immagine e missione. Senza un segno che identifichi l’impresa non è possibile, infatti, tutelare il cliente né disporre di un preciso riferimento che identifichi la qualità dei prodotti e dei servizi offerti.

Il logo Elex, disegnato nel 1994 dallo studio LL Design di Torino, propone il nome dell’azienda collegato a un segno distintivo che, partendo dall’elaborazione grafica della lettera “E” e privilegiando la leggibilità del lettering, sottolinea ed enfatizza gli aspetti di dinamicità che caratterizzano la nostra società sin dalla nascita.

Il segno grafico che sormonta il nome, oltre a rappresentare i tre principali segmenti di attività nei quali operiamo (accessi, presenze, mense), esprime in modo efficace e moderno il “movimento” in senso lato. Quella mobilità di persone e “cose” sulla quale si indirizzano i nostri sistemi di controllo.

I colori ufficiali del logo sono il Pantone 320 per il segno (C100 + Y50) e il Pantone 295 per il nome (C100 + M80 + Y50).

La riproduzione del logo Elex è vietata ai sensi di legge. Il suo utilizzo è subordinato all’autorizzazione Elex e al rispetto rigoroso di tutte le caratteristiche grafiche e dimensionali.

È il lontano 1972 quando i primi lettori di badge, in arrivo dagli Usa e dal Giappone, fanno capolino in Italia. Alla Olivetti di Ivrea, dietro la spinta dei principali istituti di credito italiani e stranieri, nasce il «progetto Bancomat» che vedrà la luce nei primi anni ’80. Olivetti affida alla European Electronic Design di Volpiano (TO) lo sviluppo della sezione elettronica che nel cash dispenser dovrà gestire le carte con banda magnetica.
La piccola azienda di Volpiano produrrà poi, come subfornitore, migliaia di interfacce legate al Bancomat e, nel 1982, presenterà sul mercato italiano il suo primo terminale di raccolta dati basato su badge magnetico (Indate, Industrial data terminal).
Elex nasce nel 1988 a Torino, sulla riva destra del Po, da una costola della European Electronic Design con il compito di progettare e produrre esclusivamente sistemi elettronici di controllo accessi e rilevazione presenze.
Negli anni successivi nascono le quattro linee di soluzioni sistemistiche ancora oggi in portafoglio: Censor® (1989), Lora® (1992), Frattempo® (1993) e Laboritmo® (1994).
Nel 1990 Elex, grazie a una proposta tecnica innovativa, si aggiudica la fornitura di 300 unità di controllo accessi destinate al Cern di Ginevra, lasciando a bocca asciutta circa 40 competitor internazionali.
I principali successi che caratterizzano la nostra storia sono nati sotto il segno dell’innovazione tecnologica nel campo dell’interfaccia uomo-macchina e del design: primi in Italia (1988) a introdurre il concetto di “unità di controllo accessi” in alternativa al classico “lettore”, primi in Italia a introdurre la tecnologia RFId nel controllo accessi (1995), primi al mondo ad affidare il design dei propri prodotti a un atelier di fama internazionale quale la Giugiaro Design (1996), primi al mondo a introdurre il display grafico e lo schermo tattile nei rilevatori presenze (1997), unici in Italia (1998) a sviluppare l’interfaccia uomo-macchina dei rilevatori presenze in collaborazione con le principali forze sociali coinvolte (lavoratori, ufficio studi CGIL, Università di Torino, associazioni imprenditori), primi al mondo nel 2011 a introdurre nel controllo accessi il concetto 5W ossia, oltre ai classici who (chi può accedere), when (quando), where (dove), anche i nuovi why (perché accedi) e what (con che cosa entri).
Altre pietre miliari, inoltre, sono strettamente legate alle applicazioni in campo: lo sviluppo della prima “cassa continua” elettronica in collaborazione con la Fiamca di Torino (1990), il primo “autosilos” insieme alla Ferrario di Arboreto Parma (1991), il primo rilevatore che certifica le presenze tramite la ripresa del volto in collaborazione con la High Trail di Matera (1998), la curiosa e rivoluzionaria trovata del Gattopass (il primo telepass per gatti) nel 2003.

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